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Ansaldo Nucleare vuole estendere il ciclo di vita della centrale rumena di Cernavoda

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Ansaldo Nucleare, secondo ciò che risulta a Radiocor, sarebbe pronta a formalizzare un accordo con i canadesi di Atkins e i coreani di Khnp, al fine di estendere per altri 30 anni il ciclo di vita della centrale di Cernavoda, in Romania.

L’accordo

L’unità 1 della centrale di Cernavoda, in Romania, raggiungerà i 30 anni di vita a fine 2026, e per il rinnovo della licenza di esercizio sono necessari diversi lavori di ammodernamento, che obbligano la struttura a chiudere per almeno due anni e mezzo.

Ansaldo Nucleare è pronta però a cambiare le cose, e ad estendere per altri 30 anni il funzionamento dell’impianto.

Per raggiungere tale obiettivo, ha stabilito un accordo con le due società rispettivamente canadese e coreana: Atkins  e Khnp. Come andrà a finire?

Importante il presidio sul nucleare

La notizia è giunta a Radiocor dopo le dichiarazioni del ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, che intervenendo alla iWeek, ha ricordato quanto sia importante il presidio sul nucleare

La iWeek è un evento che si compone di due giornate, e che si è tenuto quest’anno a Milano il 5 ottobre e a Roma l’11 ottobre. Durante la manifestazione, le aziende e istituzioni si sono confrontate sulla centralità dell’energia atomica come contributo alla transizione energetica.

Riguardo il dossier sulle sorti della centrale rumena, questo potrebbe superare, secondo stime di mercato, il valore di 1,5 miliardi di euro, e si sta cercando di capire se la nuova collaborazione potrà davvero portare a un rinnovo della licenza dopo il 2026.

Favorire lo sviluppo del nuovo nucleare

Nel frattempo, l’azienda italiana sta già lavorando con altri partner, quali la francese EDF, e le connazionali Edison e Ansaldo Energia, per favorire lo sviluppo del nuovo nucleare in Europa.

L’obiettivo è valorizzare nell’immediato le competenze della filiera nucleare italiana (nonostante la chiusura delle centrali nel territorio), e supportare lo sviluppo di nuovi progetti, rafforzando al contempo quelli già esistenti, come nel caso dell’impianto rumeno.

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