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Scambio transfrontaliero di energia elettrica tra Kenya e Tanzania: si lavora a una linea da oltre 2000 MWh

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Il progetto da oltre 300 milioni di dollari aveva preso il via nel 2015, per poi subire dei rallentamenti. Adesso è in fase avanzata. Tra i principali finanziatori dell’iniziativa c’è la Banca africana di sviluppo.

Progetto per trasformare l’Africa

Il comparto energetico dell’Africa orientale è protagonista di uno scambio transfrontaliero di energia elettrica che coinvolge il Kenya e la Tanzania; si tratta di un progetto infrastrutturale (avviato nel 2015, ha poi subìto una frenata) che prevede la costruzione di una linea del valore di 309,26 milioni di dollari per unire le sottostazioni delle città di Isinya (nella contea di Kajiado, in Kenya) e Arusha (nel nord della Tanzania) attraverso Namanga, centro urbano diviso dal confine tra le due nazioni.

Il compito di questa nuova linea per il trasporto di energia elettrica – lunga oltre 500 km e con una capacità di trasferimento di 2000 MegaWatt – è proprio quello di permettere gli scambi tra i due stati confinanti. Tra i principali finanziatori dell’iniziativa c’è la Banca africana di sviluppo.

Sistema energetico affidabile ed ecosostenibile

La nuova infrastruttura per lo scambio transfrontaliero di energia elettrica, il cui completamento è previsto a breve, consentirà scambi transfrontalieri di energia rinnovabile ed economia da surplus provenienti da stati limitrofi che aderiscono alla Eastern Africa Power Pool.

Frutto dello forzo collaborativo tra i paesi dell’Africa orientale, Eapp è una cooperativa che si estende dal Kenya – a gennaio, il Kenya Electricity Generating Company (KenGen) ha annunciato la volontà di implementare un progetto di batterie da 100 MegaWatt nel 2024, ricorrendo ai finanziamenti della Banca Mondiale – alla Tanzania (paese oggi impegnato ad affrontare un razionamento energetico provocato da una riduzione della generazione. Passando per Uganda, Sudan, Sudan del Sud (stato indipendente dal 2011), Burundi, Repubblica Democratica del Congo, Gibuti, Egitto, Etiopia, Somalia, Libia e Rwanda.

Oltre a permettere alla Tanzania di accedere all’energia idroelettrica proveniente dall’Etiopia, la futura infrastruttura promuoverà un sistema energetico regionale non solo più affidabile ma anche più sostenibile, limitando la dipendenza da fonti termiche costose e inquinanti.

La transizione energetica in Africa

Grazie alle risorse di cui dispone, il settore energetico del terzo continente per superficie e secondo per popolazione sta crescendo in modo rapido. Ma, in concreto, l’Africa è pronta a sostenere il fabbisogno globale di energia rinnovabile? Va da sé che, per guidare a fondo la transizione energetica, molto dipenderà dal rispetto degli impegni presi e dal raddoppio dei finanziamenti entro il 2025.

Durante l’evento Africa Climate Summit 2023, il primo vertice internazionale nato per individuare soluzioni condivise alla sfida climatica e così alla transizione energetica nel continente, i leader mondiali hanno fatto promesse ambiziose. Rimarcando, in particolare, di voler collaborare anche con l’Europa per invertire la tendenza del cambiamento climatico. “L’Africa potrebbe guidare la transizione energetica e sostenere il fabbisogno globale di energie rinnovabili”, ha ammesso il Segretario Generale delle Nazioni Unite, António Guterres.

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