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Indipendenza energetica. La risposta è sotto i nostri piedi

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Il calore prodotto dalla Terra potrebbe coprire il fabbisogno energetico mondiale. Ad oggi l’energia geotermica è una fonte rinnovabile ancora poco sfruttata, ma sono sempre più numerose le aziende pronte a scommettere su questo tesoro inestimabile, che calpestiamo più o meno inconsapevolmente da milioni di anni. La Quaise Energy di Boston ha ideato un sistema per riconvertire le trivelle del petrolio e del gas arrivando fino a 20 km sotto terra.

Volumi enormi di energia a zero emissioni

In passato quando si parlava di trivellazioni, ci si riferiva esclusivamente all’estrazione di combustibili fossili. Oggi non più. L’utilizzo dell’energia geotermica è considerato fondamentale per ridurre la dipendenza dai combustibili fossili e avvicinarsi così agli obiettivi di carbon neutrality che salveranno il pianeta. Un affare rischioso e dispendioso, sia in termini di energie sia di risorse economiche, ma con la capacità di produrre enormi quantità di energia a emissioni limitate. 

Gli operatori geotermici spesso faticano a trovare luoghi fruttuosi in cui scavare e pochi hanno provato a spingersi oltre qualche chilometro.

La Quaise Energy, società con sede a Boston, negli Stati Uniti, lavora costantemente per perfezionare i sistemi di perforazione della superficie terrestre allo scopo di sfruttare al meglio l’energia geotermica, ossia il calore presente nel sottosuolo, e renderla la principale fonte rinnovabile delle future generazioni.

Tra le tecnologie più avanzate che la startup americana sta sviluppando, grazie agli oltre 63 milioni di dollari raccolti per i suoi progetti, c’è quella ideata per arrivare fino a 20Km sotto terra. Si tratta di un traguardo mai raggiunto finora, che consentirebbe di attingere grandi quantità di energia rinnovabile e quasi inesauribile. 

I volumi di energia potenziale immagazzinati nel sottosuolo superano di circa un miliardo la domanda annuale di energia a livello globale“, ha dichiarato il co-fondatore e project manager di Quaise Energy, Matt Houde, come riportato da Science Communications. “Attingere anche a una minima parte di questo calore è più che sufficiente per soddisfare il  fabbisogno energetico per il prossimo futuro“.

Il Progetto: pozzi geotermici pilota

La società di Boston prevede di iniziare a generare energia da pozzi geotermici pilota, con temperature fino a 500°C, entro il 2026. Il primo test, in collaborazione con il Dipartimento dell’Energia USA, è stato programmato per il 2024, e impegnerà  gli impianti geotermici fino a una profondità di 20 chilometri

La temperatura e la pressione a quelle profondità offrono capacità di conversione del calore in energia elettrica di gran lunga superiori alla media. Dalle 4 alle 10 volte di più. 

La trivellazione più profonda registrata fino ad ora è quella del pozzo di Kola, nel circolo polare artico, che arriva a una profondità di 12,2 Km. Opera realizzata in circa un ventennio, tempi biblici per le esigenze odierne.

Le onde millimetriche per “sciogliere” il basalto

Per velocizzare i tempi Quaise Energy ha impostato i propri esperimenti sulla tecnologia sviluppata dagli scienziati del MIT negli ultimi 15 anni. 

Per perforare il basalto si ricorre a onde millimetriche – simili alle microonde – in grado di sciogliere prima e poi vaporizzare la roccia. Il piano di Quaise consiste nell’ impiego della tecnologia di perforazione convenzionale, sviluppata dall’industria dei combustibili fossili, per attraversare la roccia superficiale e nel passaggio alle onde millimetriche per la cosiddetta roccia basamentale.

Un progetto rivoluzionario che permetterebbe di utilizzare le trivelle del petrolio e del gas per attingere energia pulita, convertendo il lavoro degli operatori attualmente impiegati nell’industria dei combustibili fossili, 11 milioni solo negli Stati Uniti.

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