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Lo studio del NREL: serve poco terreno per produrre energia rinnovabile

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Un recente studio del National Renewable Energy Laboratory (NREL) ha dimostrato che, per ottenere la maggior parte dell’elettricità dall’eolico e dal solare, sarebbe necessario meno dell’1% del territorio Lower 48.

Solo l’1 del terreno per le rinnovabili

Il rapporto del NREL ha rilevato che, per raggiungere l’obiettivo statunitense prefissato dal presidente americano Joe Biden, ovvero generare l’80% di elettricità a zero emissioni di C02 entro il 2030 e il 100% entro il 2035, si dovrebbe aumentare la produzione di energia eolica e solare da circa il 14% del mix elettrico del 2022, a una percentuale compresa tra il 60 e il 75%, e basterebbe per farlo circa l’1% del territorio dei cosiddetti Lower 48, il blocco degli Stati Uniti d’America compresi tra il confine con il Canada a nord e quello con il Messico a sud. 

I ricercatori hanno così dimostrato come le rinnovabili non richiedano una grande quantità di appezzamenti. Questo perché solo il 2% dell’area totale di un parco eolico è occupata dall’infrastruttura, mentre il restante 98% è disponibile per l’agricoltura, il pascolo o altro. Anche le turbine offshore sono poco ingombranti, mentre l’installazione di impianti solari sui tetti non richiede alcun utilizzo del terreno.

In generale, è stato scoperto con questo studio che la quantità totale di terra necessaria entro il 2035 per raggiungere gli obiettivi di energia pulita sarebbe equivalente a: quella attualmente occupata dalle ferrovie (18.500 km2), a meno della metà dell’area delle locazioni attive di petrolio e gas (40.500 km²), a meno di un terzo di quella necessaria per la produzione di etanolo (59.500 km²) e solo poco più dell’area storicamente sfruttata per l’estrazione del carbone (13.100 km²).

Come raggiungere gli obiettivi

È possibile raggiungere gli obiettivi fissati dall’amministrazione Biden? Il NREL ha constatato che, per soddisfare tali scopi, la capacità di generazione complessiva americana dovrebbe essere triplicata tra il 2020 e il 2035, compresi 2.000 gigawatt (GW) di quella eolica e solare. Ciò richiederebbe tassi di crescita compresi tra i 43 e i 90 GW all’anno per il fotovoltaico e tra i 70 e i 145 per l’eolico, entro la fine del decennio.

Secondo il Lawrence Berkeley National Lab, laboratorio del Dipartimento dell’Energia degli Usa gestito dall’Università della California di Berkeley, circa 930 GW di capacità eolica e solare e 420 GW di progetti di stoccaggio sono in attesa di approvazione. Solo quest’anno, gli sviluppatori hanno in programma di installare 29 GW di impianti fotovoltaici su scala pubblica e, secondo i recenti dati dell’Energy Information Administration (EIA), questa cifra rappresenta più della metà di tutta la nuova capacità degli Stati Uniti.

IRA

Anche l’Inflation Reduction Act (IRA), la legge statunitense a sostegno delle soluzioni climatiche, potrebbe fare la differenza, mettendo a disposizione più di 700 miliardi di dollari in nuovi incentivi che, secondo lo studio dei ricercatori NREL, saranno in grado di accelerare la produzione di energia green.

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