Roma, 19/05/2024 Notizie e approfondimenti sui temi dell’Energia in Italia, in Europa e nel mondo.

Eolico: investimenti e ordini turbine in calo. Serve una riforma del mercato UE. Italia settima nella classifica di WindEurope

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Secondo i dati riportati da WindEurope, nel 2022 il 17% della domanda Europea di energia elettrica è stata coperta con l’energia eolica, una media in crescita che però ancora si distanzia molto dal target europeo del 43% al 2030.  La causa risiede nei costi dell’energia e nell’invecchiamento della flotta di turbine da “ripotenziare”. In Italia poi, con solo il 7% della domanda soddisfatta, la situazione dell’eolico è anche peggiore.

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Cifre record nel 2022

Nel 2022 l’Europa ha installato 19 GW di nuova capacità di energia eolica, con la Germania al primo posto (2,8GW) e l’Italia, che continua a perdere posizioni, al settimo (0,5GW). In mezzo Svezia, Finlandia, Francia e Regno Unito, per un totale complessivo di 255GW di capacità di energia eolica, di cui l’87% onshore. Come segnalato nell’ ultimo report statistico annuale 2022 di WindEurope, nonostante i progressi, notevoli, registrati nell’ultimo biennio, di questo passo il target del 43% di produzione di energia eolica, fissato dalla Comunità europea, appare come un miraggio lontano. Inoltre, non si può sottovalutare l‘invecchiamento della flotta europea di turbine eoliche che, se non rigenerata, rischia di rallentare tutti i processi. Tuttavia, finché i prezzi dell’energia resteranno più alti del previsto e i quadri normativi per effettuare il repowering ( il ripotenziamento delle vecchie turbine) indefiniti, la situazione continuerà ad “allungare la vita” a tecnologie ormai superate.

I Parchi eolici “ripotenziabili”

Molti dei parchi eolici onshore europei si stanno avvicinando al termine della propria vita operativa. Attualmente, 14 GW dei parchi eolici esistenti in Europa sono già in funzione da più di 20 anni, con Danimarca, Spagna e Portogallo detentori delle flotte più antiche. Anche la Germania, con 17 GW più vecchi di 15 anni, ha la quota più grande di capacità installata ripotenziabile

Il ripotenziamento del parco eolico aumenta di tre volte la produzione media, riducendo anche il numero di turbine. Si tratta di una grande opportunità per aumentare rapidamente la produzione di energia eolica in Europa.

Eolico in Italia

A dispetto dei dati più che favorevoli indicati nell’ultimo report statistico annuale 2022 di WindEurope, secondo cui, nel resto del continente, l’energia eolica avrebbe raggiunto cifre record in termini di produzione assoluta, l’Italia resta indietro rispetto alla media, con 526 MW installati, dei quali 30 offshore. L’energia prodotta dagli impianti eolici nel Bel Paese, arriverebbe a coprire solo il 7% della domanda complessiva di energia elettrica, numeri evidentemente non sufficienti a raggiungere gli obiettivi fissati dall’Unione Europea. 

Il contributo dei provvedimenti REPowerEU

Sebbene provvedimenti come REPowerEU, abbiano aiutato molto, facendo crescere i volumi di energia pulita nei diversi contesti nazionali, si registra un calo nei nuovi investimenti e negli ordini di turbine eoliche, dovuti essenzialmente all’aumento del costo delle materie prime e alla necessità di riformare il mercato. Nel 2022 sono stati annunciati solo 13 GW di nuovi investimenti in parchi eolici, un dato preoccupante che non fa ben sperare.  

Prospettive 2023-2027

Secondo le informazioni contenute nel report, si prevede che nel periodo 2023-27, i Paesi europei possano installare in media fino a 20Gw di nuovo eolico all’anno, una soglia ancora troppo bassa se rapportata agli ambiziosi obiettivi legati al processo  di decarbonizzazione e transizione energetica. La capacità minima da sviluppare annualmente dovrebbe essere, infatti, 31Gw fino al 2030, data entro cui bisognerebbe semplificare ulteriormente le procedure di autorizzazione e continuare ad investire nella catena del valore dell’energia eolica. In quest’ultima rientrano fabbriche, reti, porti, navi e lavoratori qualificati.