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Smart grid, la transizione energetica si fa con le nuove reti

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Senza un’adeguata infrastruttura di rete continentale si rischia di sprecare energia pulita e di non raggiungere gli ambiziosi obiettivi climatici e ambientali che si è data l’Ue. La soluzione è nelle reti di nuova generazione, le smart grid.

Aumenta la capacità generativa degli impianti fotovoltaici ed eolici, serve una nuova rete

Gli obiettivi energetici, climatici e ambientali europei sono legati a doppio filo con le infrastrutture di rete complessivamente presenti nei vari Stati dell’Unione. L’incremento della domanda di energia si farà sempre più forte con il passare degli anni, anche a seguito del processo di elettrificazione in corso, e sarà fondamentale accrescere di pari passo anche la capacità delle reti elettriche.

Secondo Rystad Energy, in tutta l’Europa si aggiungeranno fino a 530 GW di energia solare fotovoltaica ed eolica (on/offshore) entro il 2030, mediamente circa 6 GW annui. Inoltre, la quota di solare ed eolico combinati assieme è più che triplicata nel 2021, raggiungendo il 34% della capacità totale installata.

Secondo stime Eurostat, l’ufficio statistico della Commissione europea, nel 2020 il 37% del fabbisogno elettrico dell’Unione europea (Ue) è stato coperto da fonti rinnovabili, mentre l’anno precedente il dato si era fermato al 34%.

Entro la fine del decennio, però, in base agli obiettivi climatici e ambientali europei, le fonti rinnovabili dovrebbero coprire una quota del mix energetico superiore al 40% seguendo la roadmap inserita nel pacchetto “Fit for 55%” (insieme di proposte Ue per il raggiungimento degli obiettivi climatici in grado di ridurre le emissioni nette di gas serra di almeno il 55% entro il 2030).

Vietato sprecare energia pulita

Qualsiasi obiettivo di sostenibilità passa per una rete continentale di nuova concezione, che sappia reggere il carico della nuova capacità di generazione delle rinnovabili e anche connettere in maniera efficace ed efficiente le reti transfrontaliere per distribuire l’energia elettrica lì dove serve.  

Altro problema è la velocità di innovazione delle reti, che non regge quella delle fonti rinnovabili, sospinta da nuove e più potenti tecnologie dedicate all’ampliamento della capacità generativa. Succede così che molti progetti in via di implementazione in Europa subiscano questo gap già oggi.

In Germania, ad esempio, è stata ridotta volontariamente la generazione di energia elettrica da impianti eolici di 10 TWh nel 2017, perché non si avevano le infrastrutture adeguate per switchare il surplus energetico verso altri Paesi limitrofi, che invece avevano un’alta domanda in quel momento.

Da lì in poi il dato si è abbassato e oggi, mediamente, il 5% di energia da fonti rinnovabili è letteralmente sprecato per lo stesso problema, un’infrastruttura di rete insufficiente.

Il bisogno di connettere ed innovare le reti energetiche europee è quindi una sfida ancora attuale, se si vuole ridurre davvero al minimo l’utilizzo di combustibili fossili nella generazione di energia elettrica, ma non solo, perché a questa esigenza si legano lo sviluppo della mobilità elettrica e dell’elettrificazione dei consumi.

Già ora si deve immaginare come interconnettere le reti elettriche che trasportano l’energia generata dal vento nelle regioni del Nord Europa e con quella generata dal sole nelle regioni del Sud, nel Mediterraneo.

Il futuro è delle smart grid

Non c’è solo una soluzione, ma sicuramente le smart grid vanno nella direzione giusta. Si tratta di una rete di distribuzione dell’energia elettrica di nuova generazione, in grado di ottimizzare i flussi e minimizzare i sovraccarichi, comprese anche le minime variazioni nella tensione elettrica.

Le smart grid, infine, consentono sia di mettere in rete ogni singolo impianto, compresi quelli per la microgenerazione, sia di mettere in rete ogni singolo utente, che nel tempo diventerà prosumer, cioè la doppia veste di produttore di energia (con il suo impianto fotovoltaico/eolico, per reimmettere in rete ogni surplus che superi la capacità di accumulo), sia consumatore.

Si parla di reti intelligenti anche quando queste riescono a gestire e comunicare in modo intelligente tra di loro. La comunicazione può avvenire in ogni punto della rete e comporta l’ottimizzazione delle risorse e la riduzione degli sprechi. Le fonti rinnovabili non sono, per definizione, fonti di energia programmabili.

La comunicazione costante in una rete intelligente permette di gestire deficit e surplus di corrente con minor sforzo. In ogni punto della rete, poi, è possibile immagazzinare, gestire ed elaborare dati. La conseguenza non solo è una riduzione dei costi e dei consumi, ma anche una miglior tutela ambientale e una riduzione di emissioni di anidride carbonica.

Ecco perché secondo Fortune Business Insight, la spesa mondiale in smart grid potrebbe passare dagli attuali 35 miliardi di dollari agli oltre 140 miliardi di dollari stimati per la fine del 2028, ad uno straordinario tasso di crescita medio annuo (Cagr 2022-2028) atteso attorno al +22%.

Giornalista

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