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FER: l’Italia produce un terzo della capacità richiesta

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Il nuovo Rapporto realizzato dall’Energy & Strategy Group della School of Management del Politecnico di Milano mette in luce il ritardo dell’Italia rispetto agli obiettivi energetici Europei al 2030 e il bisogno di triplicare l’impegno nella produzione di energie da fonti rinnovabili. Di questo passo il Paese riuscirà ad assicurare solo il 34% della copertura di elettricità pulita richiesta dagli ambiziosi Piani internazionali.

I ritmi lenti dell’Italia

Produrre 125-150 GW di energia pulita entro il 2030? Ancora un miraggio per l’Italia, che secondo il Renewable Energy Report 2023, l’analisi del Politecnico di Milano, procede a ritmo rallentato.

Servono 10 GW in più all’anno

Dai dati riportati, rispetto ai 10 GW che dovrebbero consentire all’Italia di tenere il passo verso gli obiettivi energetici internazionali, i 3 GW raggiunti lo scorso anno (526 GW di eolico e 2,5 GW di fotovoltaico) sono ben poca roba. Sebbene la crescita registrata solo 2 anni fa, si attesti intorno al 125%, e la capacità Fer installata sia già pari a 63,6 GW, i risultati ottenuti equivalgono ad appena un terzo della produzione di energia pulita di cui necessita il Paese. Più avanti, invece la Germania con 10,7 GW, la Spagna con 5,9 GW e la Francia con 5 GW. 

L’incertezza che frena la costruzione dei grandi impianti

Le informazioni contenute nel Renewable Energy Report 2023 (RER) realizzato dall’Energy & Strategy Group della School of Management del Politecnico di Milano parlano chiaro: mentre l’elettrificazione dei consumi condurrà al raddoppio del fabbisogno elettrico (+126%) entro il 2050, l’Italia (anche a causa dell’annosa incertezza normativa) mostra serie difficoltà nell’investire dai 43 ai 68 miliardi di euro (a seconda degli obiettivi stabiliti) in grandi impianti rinnovabili, suddivisi tra fotovoltaico ed eolico. Nell’ultimo anno la crescita nel settore delle energie alternative è stata trainata soprattutto da infrastrutture di piccola taglia, anche per effetto del Superbonus 110%.

Questo significa che con tutta probabilità, lo Stivale riuscirà ad assicurare una copertura limitata alla crescente richiesta di elettricità, raggiungendo con la produzione interna soltanto il 34%, contro il 65% richiesto dal piano Europeo Fit for 55

L’inadeguatezza degli strumenti di mercato

Gli autori del rapporto descrivono un quadro desolante in merito all’applicazione di strumenti di mercato come aste e registri, battuti di gran lunga dai PPA (Power Purchase Agreement) più appetibili e redditizi. Dopo ben 10 bandi per centrali di taglia medio-grande, risultano non ancora assegnati 1.412 MW .

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