Il blackout di portata eccezionale che ha colpito la Spagna, con estensioni in Portogallo e Francia, ha causato danni stimati in circa 4,5 miliardi di euro. Le cause sono ancora oggetto di dibattito: si ipotizzano congestioni da rinnovabili, cali di frequenza o persino vibrazioni atmosferiche. In Italia il caso riapre il confronto sulla resilienza delle reti e sul ruolo delle fonti rinnovabili, mentre il governo sottolinea l’urgenza di rafforzare le infrastrutture energetiche.
Le cause ancora incerte del blackout iberico
Un blackout senza precedenti ha lasciato per ore al buio la Spagna, estendendosi fino a Francia e Portogallo. Le cause restano incerte, ma l’impatto economico è già devastante: si parla di 4,5 miliardi di euro persi in un solo giorno. Mentre esperti e istituzioni cercano risposte, in Italia esplode il dibattito sulla resilienza delle infrastrutture energetiche e sul ruolo delle fonti rinnovabili nella stabilità della rete.
Ipotetici fattori scatenanti: frequenza, congestione o vibrazioni atmosferiche
Le ipotesi sulle origini del blackout si susseguono: abbassamento improvviso di frequenza, errore nella trasmissione elettrica, congestione della rete dovuta a un surplus di energia rinnovabile, fino a fenomeni rari come vibrazioni atmosferiche indotte. L’incertezza alimenta tensioni politiche e tecniche, mentre l’Europa osserva con attenzione.
L’allarme del governo italiano: rafforzare la sicurezza energetica
Il viceministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Vannia Gava, ha commentato da Varsavia, durante il Consiglio informale dei ministri UE: “Il blackout iberico ha mostrato quanto sia urgente rafforzare le nostre infrastrutture energetiche, sempre più esposte ad eventi estremi e attacchi ibridi. La sicurezza energetica è una priorità nazionale e un mix ampio e diversificato è essenziale per affrontare ogni crisi.“
Il nodo della congestione da rinnovabili
Solo due anni fa, Enel Green Power aveva lanciato in Spagna una call for innovation per cercare soluzioni alla congestione della rete elettrica causata dal rapido aumento della produzione da fonti rinnovabili, come fotovoltaico ed eolico. Il problema? La rete spesso non riesce a trasportare tutta l’energia prodotta, creando colli di bottiglia che possono compromettere la stabilità del sistema.
La replica di Cammisecra: “Le rinnovabili non sono il problema”
Il CEO di ContourGlobal, Antonio Cammisecra, ha difeso le energie pulite, prendendo posizione con un post diretto su LinkedIn: “Basta con le semplificazioni. Le rinnovabili, soprattutto se abbinate a sistemi di accumulo, sono una risorsa, non un problema. La risposta ai carichi resa possibile dalle nuove tecnologie è molto più veloce rispetto alle vecchie centrali fossili. Studiate prima di parlare.”
Il precedente italiano del 2003: blackout da calo di frequenza
Secondo Giuseppe Lucci di T&D Europe, un fenomeno simile si era verificato anche in Italia nel 2003. Un abbassamento della frequenza può attivare sistemi automatici di protezione che staccano le centrali per evitare danni meccanici ai generatori. “Il distacco è un meccanismo previsto. Ma la vera preoccupazione è capire cosa ha innescato l’instabilità iniziale del sistema.“
Vibrazioni atmosferiche o incendio: le ipotesi in discussione
Tra le teorie circolate anche quella delle vibrazioni atmosferiche indotte (IAV), collegate all’effetto corona generato da condizioni particolari di umidità e aerosol. Tuttavia, il gestore della rete portoghese REN ha smentito questa possibilità. Più credibile appare l’ipotesi di un incendio su una linea di importazione dalla Francia, avallata anche da Davide Tabarelli di Nomisma Energia.
Vanin (CDP): “Il problema è la resilienza delle reti”
Nicola Vanin, Chief Security Officer di CDP, invita a spostare il focus: “Cercare cause esotiche è fuorviante. La vera domanda è: le nostre infrastrutture sono in grado di resistere e riprendersi da eventi naturali o tecnici?” Vanin sottolinea inoltre il paradosso tra l’entusiasmo per l’AI e la fragilità delle reti elettriche su cui si basa la nostra vita quotidiana.
Un campanello d’allarme per l’Europa
Il blackout che ha colpito la Spagna e parte dell’Europa non è solo un evento straordinario: è un campanello d’allarme sulla fragilità delle reti elettriche europee, sempre più sotto pressione tra cambiamenti climatici, crescita delle rinnovabili e minacce informatiche. Per garantire sicurezza energetica e sostenibilità, è urgente investire in resilienza e innovazione tecnologica.