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Urban Sequoia, il progetto edile a emissioni zero 

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Una rete di edifici capace di assorbire anidride carbonica interagendo come alberi in una foresta. È l’idea di tre architetti statunitensi che hanno progettato una struttura realizzata interamente in materiali biologici, in grado di  incorporare il carbonio e ridurre l’impatto ambientale delle costruzioni.

Edifici sostenibili

Un grattacielo sostenibile più innovativo di quanto non sia stato mai proposto nell’industria edile. Urban Sequoia assorbe più emissioni di carbonio di quante ne emetta.

Il progetto dei tre architetti statunitensi  Skidmore, Owings & Merrill (SOM), si inserisce nel vasto panorama delle strutture ecosostenibili ideate negli ultimi decenni, ma rappresenta un passo avanti in termini di innovazione. 

Non si tratta soltanto di coniugare l’alta densità demografica tipica delle città e il contenimento del fabbisogno energetico mediante l’energia rinnovabile, ma di eliminare fino al 95% delle emissioni prodotte dall’edificazione stessa.  

Materiali mangia smog

Materiali naturali come legno, cemento biologico e di canapa hanno già preso posto tra le grandi architetture verticali, dimostrando che l’altezza non è una prerogativa dell’architettura in acciaio. Gli architetti statunitensi SOM hanno dimostrato che, grazie all’implementazione di questi materiali e delle tecnologie di ultima generazione, un edificio possa assorbire CO2 durante tutto il suo ciclo di vita.

La costruzione modulare prefabbricata di Urban Sequoia incorpora, infatti, materiali che, immagazzinando carbonio, riducono notevolmente l’impatto ambientale rispetto ai classici cemento e acciaio. 

Una soluzione alle sfide del clima

Urban Sequoia utilizza il bagaglio di tecnologie e sistemi esistenti aggiungendone altri ancora mai utilizzati su larga scala, come, ad esempio, i mattoni biologici

Sebbene sia ormai ampiamente riconosciuto che gli edifici alti non rappresentino l’unica soluzione alla questione della densità urbana, costituiscono una componente inevitabile nei luoghi in cui lo spazio a disposizione è limitato. Urban Sequoia ha dunque l’aspetto di un grattacielo, le cui peculiarità possono essere replicate in altre tipologie edilizie di bassa e media altezza, nonché in contesti diversi. L’idea è quella di realizzare una rete di sequoie urbane in grado di assorbire, immagazzinare e scambiare carbonio in tutte le città, esattamente nel modo in cui gli alberi interagiscono tra loro in una foresta.
Inoltre, come nei giardini pensili, le superfici “grigie” potrebbero essere ricoperte da biomasse e alghe, a propria volta riconvertibili in biocarburanti.  In tal modo si abbatterebbero 1.000 tonnellate di carbonio all’anno. Dopo 50 anni, il prototipo potrebbe assorbire oltre il 400% della quantità di carbonio emesso.

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