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Energia USA, per essere competitivi solo l’IRA non basta

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Secondo l’ultimo rapporto pubblicato dalla Solar Energy Industries Association, sviluppare una filiera solida per lo stoccaggio nazionale dell’energia è fondamentale per rendere gli Stati Uniti veramente competitivi sul piano energetico. “Energizing Battery Storage Manufacturing” evidenzia il potenziale dell’ Inflaction Reduction Act (IRA), ma al contempo ne sottolinea i limiti. 

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Il rapporto SEIA

Avere a disposizione dei sistemi di accumulo nazionali è fondamentale. È quanto emerge dall’ Energizing Battery Storage Manufacturing, l’ultimo rapporto sullo stoccaggio energetico negli USA, pubblicato dalla Solar Energy Industries Association (SEIA). 

Una catena del valore dello stoccaggio

Secondo l’Associazione di Washington, rappresentativa di oltre 1000 compagnie operanti nel comparto nordamericano delle energie rinnovabili, costruire una solida filiera dell’approvvigionamento, una catena del valore finalizzata ad immagazzinare energia sul territorio negli Stati Uniti, richiede tempo ed investimenti strategici, ma si profila come l’unica via possibile. 

Le misure introdotte dall’ amministrazione Biden

Negli ultimi anni i settori del fotovoltaico e dello stoccaggio dell’energia, negli USA, hanno dovuto affrontare una serie di sfide sul piano politico ed economico. In alcuni casi, la crescita industriale in questa direzione è stata ridotta drasticamente. Gli strumenti normativi introdotti dall’Amministrazione Biden, come ad esempio l’Inflaction Reduction Act (IRA), si sono rivelati preziosi per la realizzazione di una filiera dei sistemi di accumulo competitiva a livello globale. Si rende, dunque, necessario rendere una priorità assoluta l’attuazione di queste politiche. 

Ridurre la dipendenza dalle importazioni

Sono due le raccomandazioni principali contenute nel whitepaper SEIA. In primo luogo, gli Stati Uniti devono puntare su una solida base produttiva nazionale, sia in termini di stoccaggio, sia di generazione elettrica. In seconda battuta, è essenziale per il mantenimento della salute economica della nazione, della competitività globale e della sicurezza energetica, affrontare rapidamente l’eccessiva dipendenza dalle importazioni di componenti per gli impianti fotovoltaici e di stoccaggio. Quest’ultimo è descritto dall’associazione come il principale motivo di vulnerabilità economica e di sicurezza nazionale.

Un mercato in crescita

Come ha riconosciuto la stessa Casa Bianca nel 2021, lo stoccaggio dell’energia “offre un mercato importante e in crescita, in grado di sostenere la creazione di posti di lavoro, aiutare soddisfare le esigenze di sicurezza nazionale e raggiungere più facilmente ambiziosi obiettivi climatici”. È ovvio che per mettere a frutto l’enorme potenziale presente sul territorio, gli Stati Uniti devono investire in modo significativo in tutta la filiera delle energie rinnovabili, dall’estrazione di materie prime alla fabbricazione di prodotti di uso finale. Obiettivi che richiedono una politica industriale e commerciale equilibrata. La storia dimostra, infatti, che i dazi non hanno avuto l’effetto desiderato, ossia aumentare la capacità manifatturiera degli Stati Uniti. Anzi. Nel caso delle tariffe imposte sui moduli e sulle celle fotovoltaiche, l’unica conseguenza è stata quella di limitare la diffusione del solare nel Paese, riducendo l’appetibilità per gli investitori. 

L’importanza degli incentivi federali

È, invece, ben documentato che massicci investimenti federali  nel settore privato siano preferibili all’imposizione di tasse ad hoc sull’import. Facendo riferimento a molteplici studi di ricerca, il Dipartimento dell’Energia degli Stati Uniti (DOE) ha dichiarato che:

“politiche e pratiche come il forte sussidio alla produzione e alle catene di fornitura associate, la semplificazione dell’ubicazione e dei permessi, gli investimenti nelle infrastrutture necessarie, la creazione di programmi di istruzione e formazione della forza lavoro, così come gli appalti in condizioni ambientali favorevoli ai produttori nazionali, incoraggiano lo sviluppo della produzione in situ necessaria a sostenere il settore energetico”.

L’IRA da solo non basta

Secondo il rapporto, l’IRA, grazie agli incentivi per la produzione di materiali attivi per elettrodi, celle e moduli batteria, ha il potenziale per espandere notevolmente la produzione di impianti solari e sistemi di accumulo dell’energia negli Stati Uniti. 

Tuttavia, solo l’IRA non è sufficiente a rilanciare il settore. Sebbene il provvedimento possa rendere le batterie prodotte a livello nazionale più competitive rispetto ai prodotti cinesi, non si può trascurare l’importanza dell’esperienza produttiva, dell’accesso alle materie prime, delle partnership con gli alleati, nonché della forza lavoro, indispensabile a garantire il successo della produzione nazionale.

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