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L’impianto fotovoltaico galleggiante di Ravenna: si attendono risposte dal Mase

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L’impianto fotovoltaico galleggiante nell’ex Cava Manzona, nella zona sud del comune di Ravenna, potrebbe essere il più grande d’Europa se solo l’iter autorizzativo del progetto, partito nel 2019, non fosse ancora in attesa di risposte. 

Un progetto ‘bloccato’

Si tratta di un’iniziativa nata nel 2019, con l’intenzione di realizzare altre strutture simili nelle zone marginali o in aree dismesse.

Ma, considerando che da allora, nonostante dovesse essere un iter organizzativo di 900 giorni, non si sono ancora ricevute delle autorizzazioni per procedere, non si sa nemmeno se questo progetto ‘bloccato’ riuscirà ad andare in porto, quindi figuriamoci gli altri. 

Per questa ragione, il Mase sta ricevendo delle sollecitazioni per accelerare la procedura del ‘via libera’ cominciata già nel 2021, in coerenza con i recenti decreti volti a semplificare e a dare tempi certi alle procedure autorizzative sugli impianti di energia green.

Cosa è previsto

Secondo quanto previsto, la centrale dovrebbe essere costituita da una struttura in alluminio sorretta da zattere galleggianti, al fine di creare un piano stabile ma, allo stesso tempo, permeabile, e da da pannelli fotovoltaici bifrontali che verrebbero però installati successivamente.

La società C.M. Solar, che ha sviluppato l’idea, ha anche specificato che questi pannelli sarebbero così in grado in grado di assorbire sia l’energia che arriva dal Sole, che quella riflessa dall’acqua presente nell’ex cava, resistendo inoltre all’umidità.

600.000 euro spesi

L’iter di 900 giorni si è oggi dilungato fino ad arrivare a un tempo di oltre due anni e mezzo, durante il quale la compagnia italiana ha dovuto sostenere i primi costi necessari che vanno dalla caparra per l’acquisto del terreno alle spese per la redazione del progetto, per un totale di oltre 600.000 euro spesi

Come andrà a finire?

Come tutto andrà a finire non si sa ancora, ma ciò che è certo è che si attendono ancora risposte dal Mase per completare un’opera che potrebbe essere, per quanto riguarda gli impianti fotovoltaici galleggianti, la più grande d’Europa, con una capacità di 31 MW di potenza e senza alcuna emissione di CO2 e consumo di nuovo suolo.

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