Roma, 07/12/2024 Notizie e approfondimenti sui temi dell’Energia in Italia, in Europa e nel mondo.

Il Ghana, prossimo pilastro del petrolio? Verso nuovi assetti geo-energetici per l’Africa

11Africa
Home > News > Petrolio > Il Ghana, prossimo pilastro del petrolio? Verso nuovi assetti geo-energetici per l’Africa

In Ghana, sono cominciati i lavori per la realizzazione di un nuovo terminal petrolifero nella città di Jomoro, con ripercussioni sia interne che regionali. 

Un investimento da 12 miliardi di dollari

É ufficialmente partita la costruzione di un hub petrolifero a Jomoro, nel Ghana sudoccidentale. Il valore dell’investimento, che la Reuters ha riportato essere di  $12 mld, avrebbe nella sostanza una duplice portata. 

Oltre a sostenere la domanda aggregata interna, in effetti, il sito andrebbe a trasformare la posizione del Paese, noto per la “ricchezza” del suo sottosuolo, in un esportatore di prodotti petroliferi raffinati, verso tutta l’Africa occidentale.

Non è un caso che la cerimonia di inaugurazione dei cantieri sia stata presieduta dal Presidente della Repubblica Nana Akufo-Addo. Il quale, nell’occasione, ha dichiarato: “Il progetto promette di essere una pietra miliare per lo sviluppo della nostra nazione”.

L’importanza del petrolio per Accra

L’enorme progetto infrastrutturale – all’interno di un sito da 20.000 acri – avrà come fulcro una raffineria da 300.000 barili al giorno (bpd), una serie di impianti petrolchimici e sarà raccordato con il tessuto produttivo locale. 

Il piano va inserito all’interno dell’industria petrolifera nazionale, “saldamente” sotto il controllo della compagnia governativa GOIL Ghana Limited. Attualmente, la produzione stimata è intorno ai 132.000 bpd. Sulla base di tali presupposti, è sorta l’idea di inserirsi all’interno di un mercato regionale le cui potenzialità sono notevoli.

L’Africa Occidentale, secondo l’African Refiners & Distributors Association (ARDA), consumerebbe all’incirca 800.000 bpd, importando il 90% del proprio fabbisogno. Il tutto, in un contesto economico composito, connotato da squilibri e asimmetrie, ma i cui margini di miglioramento sarebbero di portata elevata. 

Quante perplessità

Non che manchino i dubbi e le complessità. Due, su tutte. La sostenibilità economica e il rapporto, inteso come accettazione, da parte delle popolazioni locali. La prima fase dei lavori sarà comunque finanziata da un consorzio di aziende con sede in Cina.

Contestualmente, a livello locale, alcuni residenti hanno espresso grandi preoccupazioni, nella misura in cui l’impatto socio-ambientale dell’hub sarebbe realmente nocivo. Da vagliare, perciò, la possibilità che le cooperative degli agricoltori adiscono le vie legali per proteggere e far valere i loro diritti fondiari.

Al cospetto delle innumerevoli perplessità e criticità, dall’altro lato, in uno scenario “ideale”, il progetto – il cui completamento è previsto per il 2025 – fungerebbe da doppio moltiplicatore.

Ovviamente economico – con effetti diretti sulla bilancia dei pagamenti e sul reddito nazionale – ma anche geopolitico. Il Ghana, in effetti, rafforzerebbe la propria postura, aumentando il proprio “peso” sulla scacchiera regionale. In sostanza, si tratterebbe allora di legittimare un riassetto degli equilibri africani.

Articoli correlati