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Rafael Grossi, Direttore Generale AIEA: “Italia, il Paese più nucleare dei Paesi non nucleari”

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Rafael Grossi, Direttore Generale della Agenzia internazionale per l’energia atomica (AIEA), a margine del primo giorno del World Fusion Energy Group, si è soffermato sull’Italia ma non solo.

Dubbi e certezze

Rafael Grossi, Direttore Generale della Agenzia internazionale per l’energia atomica (AIEA), è intervenuto in conferenza stampa a margine del primo giorno del World Fusion Energy Group, presso la Farnesina. Al suo fianco, era seduto il Ministro Gilberto Pichetto Fratin, che in mattinata aveva ripercorso alcuni dei principali passaggi dell’impegno italiano in materia.

Fermo restando l’attuale direzione politica intrapresa dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE), non mancano le sfide e le complessità. Su tutte, quelle logistiche ed economiche. Bisognerà poi comprendere quale sarà la posizione dei privati, convenzionalmente poco propensi ad investire a fronte di un settore ancora pieno di incertezze.

Proprio in relazione agli investimenti privati, la grande sfida, secondo Pichetto Fratin, sarà inserire la fusione nucleare all’interno del ‘Sistema Paese’ Italia. L’ottica ideale sarebbe che margini di profitto e sostenibilità economica siano tali, che la competitività eviti qualsiasi integrazione per mezzo di finanziamenti pubblici.

Il ruolo dell’Italia e il futuro

Il rapporto tra la fusione nucleare e la sicurezza energetica, sia per l’Italia che in generale sui mercati internazionali è stato l’oggetto della riflessione di Grossi, attraverso le risposte alle varie domande.

Questo momento è speciale, pieno di grandi opportunità e di sfide“, ha esordito il diplomatico argentino, dopo i ringraziamenti di rito. “Il dibattito sull’energia si muove lungo tante direzioni diverse e la fusione nucleare gioca un ruolo nevralgico. L’Italia è uno Stato di grande innovazione. Anzi, come dico sempre, è il Paese più nucleare dei Paesi non nucleari“.

Poi, ha aggiunto: “Con l’attuale Governo italiano, l’approccio è cambiato, divenendo diverso, più dinamico. Il lavoro del gruppo qui riunito è di articolazione. C’è la ricerca, in Europa, ma anche nel Mondo. In Cina, Giappone, Russia. Grandi passi in avanti sono stati compiuti sulla fusione. La novità è stata costituita dall’interesse del privato. Sia in America che in Europa e dunque ci sarà bisogno dell’articolazione“.

Così invece sugli Stati Uniti: “Abbiamo già lavorato con la precedente Amministrazione di Donald Trump. Mi aspetto che si ripeta la grande cooperazione di quel periodo. Sul prossimo esecutivo statunitense, non sono ancora in grado di poter dire nulla“.

Questione di tempistiche

L’altra grande questione affrontata, ossia quella delle ‘tempistiche’ per il pieno utilizzo della tecnologia, ha visto Grossi tanto ottimista, quanto cauto.

Tant’è che il Direttore Generale, a tal proposito, ha parlato in questi termini: “Avere una data precisa è sempre complesso. Siamo in un momento in cui tutto il processo di fusione sta passando da una fase puramente di ricerca, verso quella di dimostrazione e poi di commercializzazione“.

E ancora: “Potrei parlare di cinque, sei, sette, dieci anni. Non è un fattore di quando ma di come. Non si possono stabilire le tempistiche. Molto dipenderà dagli investimenti, ovviamente considerando i privati. All’orizzonte, però, c’è un grande risultato possibile“.

La COP e il nucleare

In chiusura, il diplomatico ha commentato le sue aspettative circa i lavori della prossima COP. In qualità di Direttore generale dell’AIEA, Grossi è in effetti ripartito da quanto deliberato lo scorso anno, ricollegandosi al futuro prossimo.

Così: “Già nella COP28 a Dubai abbiamo avuto un momento storico, in quanto si è detto che il nucleare va accelerato. Non accettato o tollerato, ma accelerato, simultaneamente con le rinnovabili. Si andrà a confermare questo aspetto nella prossima COP, a Baku. L’Azerbaigian, per altro, potrà investire nel nucleare, come gli Emirati Arabi Uniti nel passato, al netto del loro grande ruolo nel fossile“.

Per poi chiudere: “Rispetto a tale tendenza, a livello multilaterale mi aspetto una conferma di questo nuovo ruolo, accettato, consensuale, del nucleare. Dopodiché, il mio auspicio è che ci siano molti dialoghi e iniziative sul piano bilaterale“.

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