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Il terzo rapporto della Fusion Industry Association evidenza un interesse crescente di aziende e governi sulla fusione nucleare 

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Dal terzo rapporto annuale della Fusion Industry Association è emerso come le realtà che promettono di commercializzare la fusione nucleare siano in aumento, e il tema sta sempre più catturando l’attenzione di governi e investitori. 

Attenzione per la fusione nucleare in crescita

Secondo il terzo rapporto annuale della Fusion Industry Association (Fia), associazione commerciale indipendente registrata negli Usa, l’attenzione per la fusione nucleare è in crescita, con 25 realtà che promettono di commercializzarne la generazione di energia tra il 2035 e il 2040. 

6 miliardi di dollari investiti

Lo studio evidenza come, nel settore, siano stati investiti finora 6 miliardi di dollari, con un aumento del 27% (più 1,4 miliardi) rispetto allo scorso anno. 

Le aziende che si stanno avvicinando alla fusione nucleare sono diversificate dal punto di vista tecnologico, ma avranno davanti a sé innumerevoli sfide da affrontare, come sottolineano gli autori Fia.

La competizione tra i Paesi 

Altra peculiarità emersa dal rapporto riguarda anche la competizione tra i Paesi, considerando che, già all’inizio del 2023, gli Stati Uniti, il Giappone e la Germania hanno annunciato nuovi programmi di sostegno alla commercializzazione della fusione, seguendo quei piani che sono già stati avviati dal Regno Unito.

Secondo il report dell’associazione statunitense, l’America è in testa tra tutte al momento, nonostante si stia osservando una crescita esponenziale del settore anche in Giappone, Cina, Australia, Nuova Zelanda, Germania e Israele

I finanziamenti dei governi

Da parte dei governi, i finanziamenti costituiscono solo 270 milioni dei 6 miliardi di dollari investiti. Nell’ultimo anno però, si è registrato un aumento di politiche, procedure e interesse pubblico con la comparsa di nuovi e significativi programmi di partnership.

Si tratta di risorse che, se si vuole arrivare a determinati obiettivi entro il 2035/40, dovranno essere amplificate, e questo rappresenterà un’ulteriore sfida per tutti i Paesi ‘concorrenti’. 

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