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Geotermia nella transizione energetica, le tecnologie ESG e SHR

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La geotermia può fornire energia di base affidabile e sostenibile, sfruttando il calore immagazzinato sotto la superficie terrestre. Il suo potenziale è significativo, ma l’impiego commerciale è stato limitato da un supporto finanziario e tecnologico insufficiente. Lo studio Morgan Stanley Investment Management chiama in causa i Governi. Focus sulle tecnologie Enhanced Geothermal Systems e Super-Hot Rock.

La transizione ‘geotermica’

Il calore terrestre è una risorsa praticamente inesauribile e disponibile 24 ore su 24, 7 giorni su 7, indipendentemente dalle condizioni atmosferiche.

La geotermia sta assumendo un ruolo sempre più importante nella transizione energetica verso un futuro più sostenibile. Sfruttando il calore interno della Terra, questa fonte di energia rinnovabile offre numerosi vantaggi e contribuisce significativamente a diversi obiettivi energetici.

L’energia geotermica è una fonte di energia rinnovabile che sfrutta il calore naturale proveniente dall’interno della Terra. Questo calore, generato da processi radioattivi nel nucleo terrestre, aumenta con la profondità.

Oltre ad essere una fonte pulita, a basso impatto ambientale (in termini di emissioni di gas serra) e ad alte densità energetica, la geotermia si offre anche ad essere sfruttata per la generazione di energia elettrica, per riscaldare edifici e fornire acqua calda o alimentare processi industriali.

Lo studio Morgan Stanley e le tecnologie ESG e SHR

Per tutti questi fattori di massima rilevanza in termini di efficienza energetica e riduzione dell’inquinamento, Morgan Stanley Investment Management ha pubblicato una ricerca sul ruolo della geotermia nella transizione energetica.

Lo studio esamina da vicino due tecnologie geotermiche in particolare, EGS e Super-Hot Rock (SHR), evidenziando le sfide per la loro espansione a livello commerciale.

Le aziende che sviluppano sistemi geotermici avanzati (EGS) e quelle focalizzate su rocce super calde (Super-Hot Rock) stanno guidando l’innovazione nel settore. Le aziende EGS mirano a migliorare l’efficienza operativa per attrarre capitali, mentre le aziende Super-Hot Rock si concentrano sulla dimostrazione della fattibilità della loro tecnologia agli investitori.

I sistemi EGS operano a temperature rocciose di circa 200°C, mentre i sistemi Super-Hot Rock sfruttano rocce più profonde con temperature superiori a 375°C.

Le rocce più calde nei sistemi Super-Hot Rock consentono di estrarre 10 volte più energia rispetto ai sistemi EGS, aumentando l’efficienza della produzione di elettricità. Tre pozzi operanti a 400°C potrebbero potenzialmente superare la produzione di 40 pozzi a 200°C.

Domanda in crescita e investimenti

In termini di investimenti, le aziende alla ricerca di accordi di fornitura di energia e i governi sono attivamente coinvolti, è necessaria una maggiore partecipazione da parte di grandi aziende energetiche, investitori infrastrutturali su larga scala, finanziatori di progetti, istituti di credito, operatori del settore dei servizi petroliferi e compagnie di assicurazione per portare il settore a una scala significativa.

C’è ad esempio la domanda di energia geotermica da parte di aziende, in particolare sviluppatori di data center iperscalari, che è in aumento.

Si sottolinea la necessità di una maggiore collaborazione tra attori pubblici e privati, incluso l’impegno di grandi aziende energetiche, per attrarre investimenti e accelerare lo sviluppo del settore.

Particolare importanza è data all’aspetto temporale e alla condivisione dei dati per superare le limitazioni tecnologiche rispetto al settore petrolifero. Infine, il documento conclude con l’importanza di una maggiore partecipazione di diversi stakeholder per raggiungere la scala desiderata.

Giornalista

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