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Geotermia, il si del Cng alla proroga delle concessioni contemplata dal Decreto energia

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Il Consiglio Nazionale dei Geologi ha rinnovato il proprio consenso circa la possibilità contemplata dal recente Decreto energia di prorogare di vent’anni le concessioni geotermiche in Italia. Secondo i rappresentanti dell’organizzazione, una capillare distribuzione sul territorio di impianti geotermici, porterebbe consistenti vantaggi in termini di risparmio energetico

Proroga ventennale delle concessioni

Il Consiglio nazionale dei geologi (Cng) si è espresso favorevolmente alla possibile proroga ventennale delle concessioni minerarie che sottendono la coltivazione della geotermia in Italia, più nello specifico in Toscana, contemplata dal Ddl Energia. 

Le misure contenute nel decreto

Il decreto Energia, già pubblicato in Gazzetta Ufficiale, posticipa a fine 2026 la scadenza delle concessioni, aprendo alla possibilità per l’autorità competente di chiedere all’attuale concessionario un piano d’investimenti per una proroga delle concessioni fino a vent’anni. Nel caso specifico della Regione Toscana, la richiesta è stata di fatto già avanzata dall’Ente ad Enel green power

Risparmio energetico

Secondo il Cng, una capillare distribuzione sul territorio di impianti geotermici che soddisfino sotto il profilo della sostenibilità economica le famiglie, porterebbe consistenti vantaggi anche in termini di risparmio energetico.

È condivisibile l’opportuno orientamento di favorire la proroga 20ennale dell’utilizzo delle acque ad alta temperatura (alta entalpia)”, ha dichiarato Paolo Spagna, vicepresidente del Centro studi del Cng. Al contempo, l’organizzazione sottolinea la necessità di promuovere anche lo sviluppo della geotermia a bassa entalpia, per la climatizzazione degli edifici secondo criteri di sostenibilità ambientale. L’ampio utilizzo di impianti che sfruttano le acque a bassa temperatura si affiancherebbe, infatti, ai sistemi dedicati alla produzione di energia elettrica da fonti ad alta e media entalpia, consentendo interventi su edifici mediante pompe di calore con impatti ambientali ed economici davvero minimi. La ricaduta sulla produzione di energia elettrica, per 1 milione di impianti entro il 2030, sarebbe davvero importante, in quanto scenderebbe nel breve periodo di oltre 6 TWh, per arrivare nel medio e lungo periodo ad oltre 65 TWh.

I costi d’installazione

Attualmente, i costi per l’installazione di un singolo impianto geotermico a bassa entalpia si collocano approssimativamente tra i 15.000 e i 20.000 euro. La possibilità di attivare incentivi fiscali, sotto forma di detrazioni distribuite su un periodo di 10 anni, potrebbe rappresentare un catalizzatore essenziale per accelerare la transizione verso pratiche energetiche più sostenibili. Questo approccio non solo ridurrebbe i costi iniziali per gli operatori interessati, ma darebbe anche un impulso significativo alla transizione verde e alla decarbonizzazione nel nostro Paese. 

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