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Data center, negli Stati Uniti cresce l’attenzione verso la geotermia di nuova generazione

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Le Big Tech americane hanno scommesso sul nucleare per alimentare la nuova capacità dei data center, ma sono molto interessate anche alla geotermia, come fonte di energia pulita affidabile e 24 ore su 24. Ecco alcuni progetti. Attesa anche per le politiche energetiche di Donald Trump: sfrutterà l’energia dal sottosuolo?

Non solo energia nucleare per alimentare i grandi data center delle Big Tech americane, come Google, Microsoft e Amazon.

Secondo un articolo pubblicato sulla rivista Nature, grazie ai progressi tecnologici degli ultimi anni, un ruolo strategico nella politica energetica degli Stati Uniti lo potrà giocare la geotermia di nuova generazione.

A ottobre, Fervo Energy ha ricevuto l’approvazione del Governo statunitense per espandere il suo impianto nello Utah, con l’intenzione di fornire 400 megawatt di energia ai data center di Google entro il 2028.

Tale impianto “potrebbe alla fine generare fino a 2.000 MW, una capacità paragonabile a quella di due grandi reattori nucleari“, è spiegato nell’articolo.

Sage Geosystems ha annunciato una partnership con Meta ad agosto, per fornire fino a 150 MW di energia geotermica ai data center del gruppo entro il 2027.

In Europa, l’azienda geotermica avanzata Eavor sta costruendo il suo primo impianto commerciale vicino a Geretsried, in Germania, e dovrebbe iniziare a funzionare nel 2025, fornendo riscaldamento e 8 MW di elettricità.

Tornando negli Stati Uniti, affinché il ricorso alla geotermia di nuova generazione si affermi nel tempo, serve anche l’impegno della politica.

Sempre durante lo scorso mese, due proposte di legge bipartisan incentrate sulla produzione di energia geotermica sono state approvate dalla Camera, con John Curtis e Michelle Steel come relatori: una è volta a stabilire una scadenza di 60 giorni per l’azione dell’agenzia federale sulle locazioni geotermiche, una volta completate le revisioni ambientali; l’altra ad estendere alcune esenzioni relative ai permessi di petrolio e gas anche ai progetti geotermici.

Queste proposte di legge, insieme all’Energy Permitting Reform Act, avanzato dai senatori Manchin e Barrasso nel Comitato per l’energia del Senato, mostrano un crescente slancio per sbloccare questa risorsa energetica pulita nazionale.

Ora non c’è che aspettare l’arrivo alla Casa Bianca del nuovo Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, e conoscere nel dettaglio la sua agenda energetica e se ci sarà spazio per la geotermia.

Secondo due fonti a conoscenza dei piani, il team di transizione di Donald Trump sta mettendo a punto un ampio pacchetto energetico da lanciare entro pochi giorni dal suo insediamento, che approverebbe i permessi di esportazione per nuovi progetti di gas naturale liquefatto (GNL) e aumenterebbe le trivellazioni petrolifere al largo delle coste statunitensi e sui terreni federali.

Giornalista

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