Roma, 09/10/2024 Notizie e approfondimenti sui temi dell’Energia in Italia, in Europa e nel mondo.

Sbloccare il PNRR in Italia? Puntare su Energia e Utility. Il Report

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Il Governo, a causa di diversi impedimenti di spesa, sta rinegoziando con la Commissione Europea i 527 obiettivi del PNRR . Secondo l’ultima analisi di DBRS Morning Star, trasferire parte delle risorse previste dal PNRR al fondo REPowerEU, e dunque investire di più nel settore energetico (con un maggiore coinvolgimento di grandi gruppi come Enel, Terna ed Eni) consentirebbe di sbloccare i 191,5 miliardi di euro destinati all’Italia entro il 2026.

191,5 miliardi di euro da investire entro il 2026

Un maggiore coinvolgimento dei grandi gruppi italiani dell’Energia e delle Utility nel piano nazionale di ripresa e resilienza potrebbe giovare all’economia italiana e alle prospettive di crescita delle imprese. A dirlo è DBRS Morning Star, che nel suo ultimo report dedicato all’attuazione del PNRR, evidenzia le difficoltà incontrate dal governo italiano nell’investire i 191,5 miliardi di euro previsti dal piano, attribuendole a ostacoli burocratici, inflazione dei prezzi, eccessiva frammentazione dei progetti e carenza di lavoratori qualificati nella pubblica amministrazione e nel settore privato. Non riuscire rinegoziare il piano originario con gli organi europei, allentando alcuni dei 527 obiettivi, metterebbe a rischio le proiezioni iniziali riguardo al PIL, la cui crescita dovrebbe aggirarsi intorno ai 3,6 punti percentuali nei prossimi 3 anni.

Concentrarsi sugli investimenti energetici 

Secondo l’analisi del centro statistico, leader nei servizi di rating, il Bel Paese nel ridefinire i propri traguardi e obiettivi con la Commissione Europea, allo scopo di ricevere i fondi stanziati entro la scadenza stabilita (2026), dovrebbe trasferire parte di questi al RePowerEU e dunque alle iniziative nel comparto energia. Tale passaggio, insieme a un’ulteriore proroga della scadenza, in caso di successo, per gli analisti porterebbe a maggiori investimenti nelle società italiane partecipate, di cui il governo detiene una quota significativa, come ENI, Enel, Snam e Terna. Questo consentirebbe un ciclo di investimenti più rapido ed efficiente. 

Aumenti dei ricavi e dell’EBITDA

Finora le principali aziende italiane dei settori Energia e Utility, che rappresentano oltre il 25% della capitalizzazione di mercato in Italia, si sono aggiudicate solo una frazione dei fondi PNRR. Tra queste, Terna ed ENEL si sono distinte per le maggiori aggiudicazioni di fondi PNRR, rispettivamente di 1 miliardo di euro e 3,5 miliardi di euro. Per ora, i principali investimenti legati al PNRR si sono concentrati sulle infrastrutture di trasporto (15 miliardi di euro), come linee stradali e metropolitane, insieme alle infrastrutture sociali (8 miliardi di euro), compresa la ristrutturazione o la costruzione di impianti sportivi pubblici e scuole. Un’assegnazione più consistente al REPowerEU, si tradurrebbe, invece, in una rinnovata attenzione al settore energetico, comportando anche un aumento dei ricavi e dell’EBITDA di queste società, con conseguenti implicazioni positive sul credito.

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