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Il documento cinese sull’utilizzo del carbonio duro per le batterie, quali le sfide da affrontare?

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Il documento di alcuni scienziati dell’Università di Fuzhou in Cina e dell’Università di Macao riassume le sfide e le prospettive future sull’utilizzo del carbonio duro per le batterie.

Le batterie agli ioni di sodio

Sta aumentando sempre di più la domanda di dispositivi di accumulo energetico, e con essa aumenta anche la ricerca di alternative alle classiche batterie agli ioni di litio. La motivazione? 

Le materie prime per produrle sono scarse e geograficamente concentrate, e si tratta inoltre di tecnologie dal prezzo elevato che minacciano di rallentare la transizione energetica.

Sono diversi dunque i prototipi che si stanno sperimentando e testando nei laboratori, e tra questi, anche le batterie agli ioni di sodio, che sfruttano difatti il carbone duro al posto della grafite. 

CATL per esempio, leader del settore, ha dichiarato che le prime pile di questo tipo saranno equipaggiate entro il 2023 sulla Chery iCAR, l’auto sportiva elettrica della compagnia cinese Chery.

Problemi tecnici

Dagli studi fatti, si è visto però che lo sviluppo di questi dispositivi è ostacolato da diversi fattori, che non permettono al prodotto di dare grandi risultati soprattutto in termini di densità energetica

Dal documento di alcuni scienziati dell’Università di Fuzhou in Cina e dell‘Università di Macao emerge infatti che, nonostante questa particolare forma del carbonio che si ottiene a 1.000 gradi centigradi abbia delle proprietà eccellenti ed esclusive, la sua commercializzazione deve ancora affrontare problemi tecnici dovuti alla microstruttura interna irregolare.

Quali? Bassa efficienza, scarse prestazioni di velocità e insufficiente stabilità dei cicli.

La soluzione?

La soluzione? Potrebbero essercene a centinaia ma, secondo i ricercatori cinesi, abbinare l’elettrodo di carbonio duro con il giusto elettrolita ad alta tensione potrebbe cambiare e aumentare notevolmente le prestazioni elettrochimiche di queste batterie.

Nel documento, gli scienziati scrivono anche che approfondire tali conoscenze e studiare più attentamente il processo di stoccaggio degli ioni di sodio, potrebbe essere fondamentale per ottenere applicazioni commerciali pratiche e fortificarne lo sviluppo.

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