I ricercatori della Stanford University hanno sperimentato una tecnica, chiamata ‘elettrodialisi a coppia redox’, per estrarre il litio a un costo del 40% in meno, utilizzando tra l’altro meno del 10% dell’elettricità necessaria. Quali le caratteristiche di tali processo?
Lo studio
Nello studio pubblicato da alcuni ricercatori della Stanford University, si parla di una tecnica per poter estrarre il litio a un a un costo del 40% in meno, sfruttando una quantità di elettricità inferiore del 10% rispetto alla norma, utilizzata come unico elemento per spostare il metallo attraverso una membrana allo stato solido.
Il team nello specifico, ha spiegato quanto il processo possa ridurre l’investimento generale del 60%, minimizzando, allo stesso tempo, l’impatto ambientale.
Si tratta dunque di una svolta che potrebbe accelerare la transizione verso la mobilità elettrica, nonché lo sviluppo dei sistemi di stoccaggio per l’energia generata dalle rinnovabili.
Le possibilità di crescita
Le possibilità di crescita della cosiddetta ‘elettrodialisi a coppia redox’ sperimentata dagli esperti sono infinite, soprattutto per i grandi vantaggi che ne possono trarre le batterie: più litio a disposizione a dei prezzi mai visti prima d’ora, e dunque agevolando, al contempo, anche l’accessibilità alle EV.
Inoltre, tale tecnica permette alle pile di mantenere una durata di almeno 30 minuti. Ma in cosa consiste nello specifico l’elettrodialisi? Parliamo di un processo per cui, applicata una differenza di potenziale, si ottiene l’allontanamento dei sali dalle soluzioni.
Litio ad alta purezza
Si dice però ‘a coppia redox’, poiché avviene un passaggio di elettroni da un atto all’altro, cambiando il proprio stato di ossidazione.
Questa tecnologia potrebbe produrre idrossido di litio ad alta purezza per 3.500-4.400 dollari a tonnellata, contro i 9.100 dollari attuali. Che possibilità di sviluppo ci potrebbero essere in questo caso per il settore della e-mobility?