Le azioni dei principali produttori cinesi di batterie al litio sono precipitate dopo l’annuncio di nuove restrizioni all’export di componenti e tecnologie chiave per l’accumulo energetico.
Le misure entreranno in vigore l’8 novembre e mirano a consolidare il controllo della Cina sulla filiera globale dell’energia elettrica e dello stoccaggio.
Batterie al litio nel mirino di Pechino
Dopo le terre rare, Pechino punta su un altro settore strategico: quello delle batterie al litio.
Secondo quanto riportato oggi, il governo cinese ha approvato nuove restrizioni sull’export di tecnologie chiave per la transizione energetica e digitale, in particolare sistemi di accumulo energetico e materiali avanzati per batterie.
A pochi giorni dal vertice Xi–Trump, la Cina invia così un messaggio politico chiaro agli Stati Uniti, ribadendo la volontà di rafforzare il controllo sulle filiere globali delle tecnologie pulite.
Batterie al litio cinesi: nuovi controlli in vigore dall’8 novembre
Dal 8 novembre 2025, l’esportazione di batterie agli ioni di litio, materiali per catodi e anodi, e relative tecnologie e macchinari sarà soggetta a specifica autorizzazione governativa.
Una decisione che potrebbe rallentare la transizione verso la mobilità elettrica e lo sviluppo dei sistemi di stoccaggio energetico in molte economie occidentali, ancora dipendenti da Pechino per componenti e know-how.
La risposta USA: nuove sanzioni contro la Cina
Il tempismo non è casuale.
La stretta sull’export arriva alla vigilia del summit tra Xi Jinping e Donald Trump in Corea del Sud, dove si discuterà di commercio e sicurezza tecnologica.
Nel frattempo, gli Stati Uniti hanno risposto imponendo nuove sanzioni a oltre cento aziende e individui cinesi coinvolti nel commercio petrolifero con l’Iran, segnalando che la guerra economica tra le due superpotenze è tutt’altro che conclusa.

