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Il primato dell’Italia nell’economia circolare: lo studio di Assoambiente

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Dallo studio di Assoambiente ‘Misurare la circolarità dei Paesi Ue’ è emerso come a livello comunitario l’Italia rappresenti una assoluta eccellenza dell’economia circolare.

Un sistema virtuoso

L’Italia è ai vertici dell’Unione Europea (UE) nei comparti dell’economia circolare, secondo l’ultima analisi di Assoambiente, intitolata ‘Misurare la circolarità dei Paesi Ue’. L’occasione per presentare la ricerca è stata la fiera Ecomondo, l’evento per la transizione ecologica in corso a Rimini.

Nello specifico, lo studio ha evidenziato due direttrici, tra loro interconnesse. In primo luogo, si è approfondita la situazione dell’Italia in materia di gestione dei rifiuti, sia di quelli urbani che speciali. Contestualmente si è confrontato questo settore con i livelli di circolarità propri dell’Unione Europea.

Il documento, inoltre, come ha riportato l’Adnkronos, ha offerto all’Associazione l’occasione per effettuare alcune proposte. La finalità, in questo senso, sarà rimodulare i parametri comunitari che fotografano i processi di cambiamento in atto nei singoli Paesi.

Questione di numeri

Passando al vaglio i numeri, sul totale dei rifiuti solidi, urbani e speciali, l’Italia è al primo posto assoluto nella classifica dell’avvio a riciclo, con il suo 85%, davanti al Belgio.

Un grande risultato si è raggiunto anche nella dematerializzazione dell’economia. Tale calcolo è stato effettuato mediante un indice di produttività nell’uso di risorse, che sta ad indicare la capacità di un’economia di produrre ricchezza con sempre meno materiali. Da qui, poi, si prende tale capacità e la si rapporta con il Prodotto Interno Lordo e il consumo.

Nel 2023, l’Italia si è collocata al secondo posto in Europa, con un indice di 4.3 Euro per chilogrammo, dietro ai soli Paesi Bassi che avevano un valore di 5.8.

Altre classifiche

Buona anche la voce ‘circolarità’, ossia quella quota di materiale riciclato reintrodotto nelle produzioni industriali, evitando così l’impiego ex novo di materie prime. Nel 2022, con il 18,7% (nel 2004 si era al 5,8%) l’Italia si collocava in quarta posizione, dietro ai Paesi Bassi (27.5%), al Belgio (22.2%) e alla Francia (19.3%).

Da rimarcare anche il tasso di riciclo, dunque quella quantità di rifiuti urbani che effettivamente vengono trattati e trasformati. Nel 2021, la penisola (considerando i dati Eurostat) ha raggiunto quota 51,9%, superando la soglia del 50%, oggetto delle stime dell’anno precedente. Nell’Unione Europea il tasso medio di riciclo rappresentava il 48,7%.

In questa speciale graduatoria, l’Italia si è riproposta comunque tra i migliori dieci Paesi, collocandosi all’ottavo posto. Prima di lei c’erano la Germania (67,8%), l’Austria (62,5%), la Slovenia (60,8%), i Paesi Bassi (57,8%), la Danimarca (57,6%), il Belgio (55,5%), il Lussemburgo (55,3%).

Dunque, al netto delle grandi sfide che permangono, nell’economia circolare, il ‘Sistema Paese’ Italia ha dimostrato diversi virtuosismi. Un ottimo punto di partenza, in vista del futuro prossimo.

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